L’Antico Egitto è una delle civiltà più affascinanti della storia, e la sessualità giocava un ruolo fondamentale nella sua cultura. Lungi dall’essere un argomento tabù, il sesso era considerato una parte essenziale della vita, con significati che spaziavano dalla mitologia alla religione, fino alla vita quotidiana e artistica.

Sesso e Mito

La mitologia egizia è ricca di riferimenti sessuali, spesso legati alla creazione del mondo e alla rigenerazione della vita. Uno degli episodi più emblematici è il mito di Osiride e Iside.

Secondo il racconto, il dio Osiride fu ucciso e smembrato dal fratello Seth. Iside, sua moglie e sorella, riuscì a ricomporre il corpo del marito, ma mancava il suo fallo, che venne ricostruito con la magia. Iside si unì a Osiride e concepì Horus, il dio falco. Questo mito sottolinea il potere della sessualità come forza creatrice e rigeneratrice.

Anche la divinità Atum è legata alla sessualità: secondo il Testo delle Piramidi, Atum creò il mondo masturbando sé stesso e generando Shu (dio dell’aria) e Tefnut (dea dell’umidità). Questo atto era visto come un’azione sacra e potente, tanto che alcuni faraoni eseguivano rituali simili sulle rive del Nilo per garantire la fertilità della terra.

Il dio Min, invece, era simbolo della virilità e della fertilità. Spesso raffigurato con un fallo eretto, veniva celebrato in feste rituali che includevano danze e offerte per propiziare la fertilità.

L’Amore e il Matrimonio

Nella società egizia, l’amore e la sessualità erano considerati aspetti naturali e positivi della vita. Il matrimonio non era solo un contratto sociale, ma spesso era basato sull’affetto e il desiderio reciproco. Esistono numerosi poemi d’amore incisi su papiri e ostraka (frammenti di ceramica), che testimoniano la passione tra gli amanti:

“Vieni dolce amato, passiamo insieme questa notte di gioia. Il mio cuore batte forte quando sei vicino a me.”

Il matrimonio in Egitto non era regolato da cerimonie religiose complesse. Bastava che una coppia decidesse di vivere insieme per essere considerata unita. Tuttavia, il divorzio era possibile e le donne godevano di una grande libertà, potendo ereditare beni e prendere decisioni autonomamente.

L’adulterio era visto in modo differente per uomini e donne. Mentre agli uomini era concesso avere concubine o rapporti extraconiugali, per le donne il tradimento poteva portare a punizioni severe, anche se nella pratica non sempre veniva condannato con rigidità.

La sessualità non era un argomento imbarazzante: persino nelle lettere private i coniugi si scambiavano dolci dichiarazioni d’amore e riferimenti alla passione fisica.

…e nell’arte?

L’arte egizia rappresentava la sessualità in modi diversi: se da un lato predominava un certo formalismo, dall’altro esistevano raffigurazioni esplicite, soprattutto in contesti religiosi o funerari.

Il Papiro Erotico di Torino è il miglior esempio di rappresentazioni sessuali esplicite. Questo antico manoscritto, risalente al XII secolo a.C., mostra scene erotiche dettagliate con uomini e donne in pose sessuali complesse. Gli studiosi ritengono che il papiro avesse una funzione satirica o rituale, dimostrando comunque che il sesso non era un tabù nella cultura egizia.

Anche alcune tombe contengono affreschi a sfondo erotico. Nella tomba di Nebamun, ad esempio, viene raffigurato un banchetto in cui uomini e donne si scambiano gesti sensuali, tra musica e danze.

Le statue e i rilievi dedicati al dio Min lo mostrano con un fallo eretto, simbolo della fertilità e della potenza generativa. Queste immagini non erano considerate scandalose, ma espressioni della connessione tra sessualità e sacralità.

…..e nei culti religiosi?
La sessualità aveva un ruolo chiave nei culti religiosi egizi. Il sesso non era visto solo come un atto fisico, ma anche come un’energia che poteva influenzare l’ordine cosmico e il benessere della comunità.

Alcuni riti religiosi includevano la “Ierogamia”, ossia il matrimonio sacro tra sacerdoti e sacerdotesse per garantire la fertilità della terra e l’abbondanza dei raccolti. Questi riti, spesso associati a Iside e Osiride, simulavano l’unione divina per ripristinare l’armonia cosmica.

Nei templi, le sacerdotesse di Hathor e Bastet partecipavano a rituali che prevedevano danze sensuali e canti erotici, celebrando la vita e la fertilità. Hathor, la dea dell’amore e della gioia, era invocata dagli amanti per garantire passione e felicità nella coppia.

L’aldilà egizio era anch’esso permeato di simbolismo erotico. Alcuni testi funerari suggeriscono che nel Duat (l’oltretomba), le anime potessero continuare a vivere esperienze sensuali, garantendo così una vita dopo la morte completa e appagante.

Persino i faraoni erano associati alla sessualità divina. La regina Hatshepsut, per legittimare il suo potere, dichiarò di essere nata dall’unione di sua madre con il dio Amon, che le apparve sotto le sembianze del marito. Questo racconto sottolinea come la sessualità fosse parte integrante della narrazione politica e religiosa.

L’Antico Egitto aveva una visione della sessualità lontana dai tabù delle epoche successive. Il sesso era celebrato nella mitologia, considerato un aspetto naturale della vita matrimoniale, rappresentato nell’arte e inserito nei riti religiosi. Questa civiltà vedeva il desiderio e l’amore come forze potenti, capaci di creare, trasformare e connettere il mondo terreno con il divino.

Dott.ssa Francesca Milizia
Psicologa – Psicoterapeuta
Sessuologa – Terapeuta EMDR
Riceve a Roma, Palestrina e Valmontone
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Per approfondire:

https://www.focus.it/cultura/storia/sesso-amore-al-tempo-dei-faraoni-antico-egitto

Robins, Gay. Women in Ancient Egypt. Harvard University Press, 1993.

Assmann, Jan. The Mind of Egypt: History and Meaning in the Time of the Pharaohs. Harvard University Press, 2002.

Pinch, Geraldine. Magic in Ancient Egypt. University of Texas Press, 1994.

Wilkinson, Richard H. The Complete Gods and Goddesses of Ancient Egypt. Thames & Hudson, 2003.