L’Antica Roma continua ad affascinare per la sua cultura, le conquiste e una visione della sessualità molto diversa da quella odierna. Al contrario del presente, in cui la sfera sessuale è spesso condizionata da tabù e moralismi, i Romani avevano un approccio più diretto e pragmatico. Il sesso era parte integrante della vita quotidiana, un elemento naturale che si rifletteva nell’arte, nella letteratura e perfino nella politica.


Pompei e il Lupanare: la Casa del Piacere

Uno dei siti archeologici più emblematici per comprendere la visione romana della sessualità è senza dubbio Pompei. Sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., la città ha restituito numerose testimonianze artistiche a sfondo erotico. Tra le più celebri spicca il Lupanare, il più grande bordello dell’antica Pompei, decorato con affreschi espliciti che illustravano scene di sesso, forse per ispirare i clienti o indicare le prestazioni disponibili.

Oltre ai bordelli, anche molte domus private presentavano affreschi erotici, spesso interpretati come simboli di fertilità o buon auspicio. Un esempio celebre è la Casa dei Vettii, dove si trova la statua del dio Priapo con un fallo sproporzionato, simbolo di abbondanza e prosperità.


L’Ermafrodito e il Culto di Priapo

Tra le divinità legate alla sessualità, Priapo era una figura centrale. Dio della fertilità e protettore dei campi, veniva raffigurato con un fallo esagerato, simbolo di potere generativo. Le sue statue venivano spesso collocate nei giardini e nei campi per scacciare gli spiriti maligni e garantire raccolti abbondanti.

Un’altra figura affascinante è Ermafrodito, figlio di Ermes e Afrodite, il cui corpo univa tratti maschili e femminili. Il suo mito rifletteva una visione fluida della sessualità e dell’identità di genere, molto meno rigida rispetto agli standard moderni.


Graffiti e Satira: il Ruolo della Sessualità nella Vita Quotidiana

Un aspetto sorprendente della sessualità romana emerge attraverso i graffiti. A Pompei e in altre città, le pareti di case e luoghi pubblici erano ricoperte di iscrizioni esplicite, battute oscene e dichiarazioni amorose. Questi graffiti testimoniano la libertà con cui si parlava di sesso e l’ironia dei Romani, che spesso usavano la satira per commentare la vita amorosa dei concittadini.

Si tratta di uno spaccato autentico della mentalità romana, dove il sesso era non solo piacere, ma anche strumento di potere, rivalità e comicità.


Un’Eredità Scomoda ma Affascinante

Oggi, le rappresentazioni erotiche dell’antica Roma possono sembrare provocatorie, ma per i Romani erano parte della normalità. L’arte e la sessualità erano strettamente connesse alla fertilità, alla religione e alla quotidianità, prive delle sovrastrutture moralistiche imposte nei secoli successivi.

Gli scavi di Pompei, Ercolano e Ostia Antica continuano a restituire nuove scoperte su questa affascinante tematica, ricordandoci che la sessualità è sempre stata parte integrante della natura umana, con sfumature e significati che cambiano nel tempo.


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Dott.ssa Francesca Milizia
Psicologa – Psicoterapeuta
Sessuologa – Terapeuta EMDR
Riceve a Roma, Palestrina e Valmontone
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